In un piccolo paese occitano, una squadra di guardie giurate viene bloccata da una tormenta di neve ed è costretta a fermarsi nell’ultimo ridotto di una montagna spopolata. Qui il presente si intreccia con il mito e con storie avvolte dal mistero che tutti sembrano conoscere e nessuno vuole raccontare: tracce rosse lasciate dai lupi sulla neve, tre gigantesche campane e decine di migliaia di libri, delitti che risalgono ai tempi della guerra, morbose dicerie, comportamenti sospetti dei paesani vengono gradualmente alla luce tra emozionanti colpi di scena. Si dice che i morti escano dalle tombe e c’è gente che vede Giovanna, la mitica regina d’Occitania. Nella realtà c’è soltanto una giovane monaca che fugge da sé stessa e affronta in solitudine l’insidioso versante nord del saliente alla ricerca di una vita normale. Bona e Marta, indimenticabili protagoniste femminili, cercano ciò che il destino ha negato loro, l’amore.
Autori: AA. VV.
Filastrocche raccolte da Serena Cascella e Manuela Ragni.
Il ricavato sarà devoluto in beneficienza alle Terapie Intensive Neonatali dell’Ospedale Pediatrico “Gaslini” di Genova e dell’Ospedale “San Matteo” di Pavia.
Illustratrice: Francesca Claut
Poemetti rimati in stilnovo in chiave moderna che trattano temi diversi tra cui le contraddizioni dell’età moderna visti da un giullare medievale, l’assurdità della guerra in tutta la sua tragicomica essenza, pregi e difetti degli italiani di ieri e di oggi attraverso una immaginaria quanto comica conquista di Carlo V del patrio stivale, l’eterno conflitto tra Sapere e Ignoranza, l’importanza della differenza tra gli uomini narrata con un taglio surreale e ironico, lo sfruttamento minorile dovuto al contrasto tra il mondo ricco e quello povero, la creazione dell’uomo e della donna in tono satirico e un dialogo surreale su un mondo ideale tra Tommaso Moro, Platone ed Erasmo da Rotterdam.
Un’estate torrida di sole e di incendi.
Ava e Ludovico appaiono, agli occhi di tutti, come una perfetta coppia di innamorati. La loro casa è il punto di ritrovo per la vicina Carrie, i genitori, gli amici, i colleghi universitari, ma nessuno riesce ad immaginare il segreto che si cela oltre la porta della camera degli ospiti. Là giace inerte Giunio, essere dai capelli color rubino e dalla pelle come il latte, prima e unica ossessione dei due giovani amanti.
Illustratrice: Monica Blunda
Luna è la piccola e dolcissima abitante dell’isola di Gioia, dove tutti vivono serenamente… fino al giorno in cui l’enorme re del buio arriva ad avvolgere le cose e le persone, rendendole tristi.
Da quel giorno Luna e il suo inseparabile uccellino Nanù partono per un viaggio emozionante, alla ricerca della luce e della gioia perdute.
Riusciranno, con l’aiuto di simpatici e buffi compagni d’avventura, a portare a termine la loro missione?
Lo scopriremo solo scorrendo le pagine di un fantastico viaggio nel mondo delle emozioni.
La storia è accompagnata dalle splendide illustrazioni acquarellate a mano dall’illustratrice Monica Blunda.
La libreria è piccola, di paese. Ha gli scaffali ricoperti di carta crespa colorata e una sola vetrina, dalla quale entra imperiosa la luce del giorno. Dentro, una scrittrice – Lei – presenta il suo libro, il raggiungimento di un sogno. A guardarla, Emil. Coppola in testa e posa strafottente… o forse no. Perché le parole di Lei gli cadono addosso, dentro. E non può evitare di consegnarle di nascosto le sue, di parole, anche se solo su un biglietto scritto a matita e infilato di nascosto nel libro che la scrittrice porta sempre con sé. Poi, aspetta di vederla uscire e allontanarsi prima di andare a casa e attenderne l’arrivo. Quando entra però non è solo, perché altri sono già arrivati prima di lui. Li conosce bene, ognuno ha un nome e un peso in questa serata calda che sa di teatro. Tati e le sue scarpe col tacco, seduta sulla poltrona di velluto verde che chiede del vino, Nané che pettina una bambolina, Donna Melina e il suo foulard di seta floreale che le nasconde gli anni e la storia. E il Signor Tim, che fuma.
Ma Lei dov’é? Sa che la stanno aspettando? Tra una sigaretta, una Rossana e dell’Amarone servito in un calice, cinque persone attendono la voce di colei che decreterà il loro futuro, chi tra loro potrà restare quella notte e quella dopo ancora.
La verità è che siamo composti da mille strati di noi stessi, stesi e attaccati l’uno all’altro, che mischiano odori, umori, sapori. Siamo il frutto di ciò che ascoltiamo, guardiamo e impariamo dal primo istante di vita, e tutto resta a farne parte, per dare il senso di ciò che mostriamo di essere al mondo.
“Marcella in questo suo libro-diario ci fa accomodare sul cuscino accanto lei nella sua sala di psicomotricità. Ci fa conoscere cinque bambini speciali: Luca, Simone, Alessia, Lucia, Cristian. Le loro sono storie che potremmo vedere attorno a noi ogni giorno o che addirittura vivono e fluttuano dentro di noi. Ma poterle guardare attraverso gli occhi di Marcella ci permette di cogliere un messaggio vero, profondo e concreto.
Nulla è stabile.
Niente è per sempre.
Tutto passa.
E come per le Stagioni, dopo il freddo dell’inverno, vi è una sola certezza: tornerà a sbocciare la primavera, con i suoi colori e le sue grandi speranze.”
Secondo il grande filosofo Sant’Agostino “il mondo è un libro e chi non viaggia, ne conosce solo una pagina”.
Matteo Gracis ha fatto suo tale aforisma, dedicando energie, tempo e risorse per andare alla scoperta di luoghi e culture. Così facendo ha avuto la fortuna di visitare già oltre 60 stati del mondo, toccando tutti i continenti e vivendo esperienze di inestimabile valore. Dal suo “vivere viaggiante” ha scelto di raccontare in questo libro le dieci avventure più preziose, che vengono narrate con passione e coinvolgimento.
Non semplici racconti di viaggio ma diari ricamati con spunti di riflessione dalle mille sfumature, a volte ironici e leggeri, altre profondi e commoventi.
Dalla cima più alta dell’Africa, il Kilimangiaro, alla grande Russia a bordo della Transiberiana, dal classico Coast to coast sulla mitica Route 66, a un Cammino di Santiago in solitaria e ancora dall’Himalaya al Machu Picchu, dalla Scandinavia in camper all’Orient Express, dagli altopiani boliviani ai templi del Giappone.
Un susseguirsi entusiasmante di emozioni, imprevisti e scorci mozzafiato, che si conclude con una graditissima sorpresa, ovvero l’undicesimo viaggio, nel Paese che l’autore considera – a mani basse e senza dubbio alcuno – il più bello del mondo.
Storie poco conosciute del commercio italiano negli anni Venti e Trenta.
Abitiamo nel mondo ma non sappiamo effettivamente come abitarci adeguatamente per vivere sereni. Lo spirito che consente di abitare il mondo è quello di porsi continuamente domande – rapiti dal mondo stesso. A tal scopo non è necessario essere filosofi illustri o filosofi di professione: ogni uomo possiede dei dubbi, dei crucci dai quali possono fiorire delle domande. La vita non ci munisce di un manuale per abitare il mondo e nel mondo ma la salvezza trapela dall’incontro umano, permettendo all’anima di intraprendere uno dei voli più belli della vita: quello di vivere. Il cammino dell’umano altro non è che, per l’appunto, divenire un essere umano; per umanità si intende la facilità di muoversi – in modo autentico – sulla superficie terrestre e godere delle “piccolezze” della vita, le quali altro non sono che il tesoro più grande e possente che possiamo desiderare.
Andrà tutto bene: un mantra che continuavo a ripetermi nella testa, tutti i giorni, più volte al giorno. Ma non ci credevo più nemmeno io.
Stefano è pronto per uscire, rasato di fresco, abito blu e addirittura un papillon in tinta, si avvia deciso ed euforico verso il giorno più importante della sua vita.
Un incontro inaspettato però devierà il corso del suo destino. Chi è quella donna? Come sapeva dove trovarlo e perché lo fa? Grazie a lei, Stefano comincia a ripensare a ciò che è successo negli ultimi due anni. A poco a poco la nube di mistero che avvolge quegli eventi inizia a diradarsi e tutto diventa improvvisamente chiaro.
Genova è la città dei dualismi. Basta voltarsi dall’altra parte e il mare diventa monte, il levante ponente e le discese salite.
Una sera un imprenditore genovese si volta dall’altra parte, e la vita diventa morte. Qualche mese più tardi, sua figlia Claudia, che ancora non ha metabolizzato la morte del padre, conosce Alfio, un uomo affascinante, vent’anni più grande di lei. Attratta dalla sua maturità e dal suo carisma, la ragazza si perde in una relazione totalizzante, che la allontana dalla sua città e dai suoi affetti.
Anche Claudia si volta dall’altra parte, e la luce di un presente fatto d’amore e passione si trasforma nell’oscurità di un futuro pieno di bugie, soprusi e violenza. Riuscirà a uscirne?
Una storia vera
“La Cannabis non va né osannata né demonizzata, va studiata e rispettata”
Già a partire dal sottotitolo, che racchiude in tre parole tutta l’assurdità di decenni di condanna e messa al bando della Cannabis, ci si rende conto che questo è un piccolo libro “necessario”.
Piccolo nelle dimensioni, ma non negli intenti; necessario perché affronta lucidamente tutti i pregiudizi morali e ideologici che ostacolano la coltivazione, la diffusione e l’uso della canapa, smontandoli a uno a uno con una narrazione che mescola abilmente la cronaca delle esperienze personali dell’autore con i fatti storici e scientifici; il tutto corredato da studi approfonditi e da una serie di dati statistici inoppugnabili e verificabili.
Con la sua prosa agile, senza fronzoli, ma sempre appassionata, Flavio Passi mette a nudo tutta l’ipocrisia e gli errori di valutazione sociali e politici che ancora oggi rendono molto complicato il libero uso della Cannabis a scopi ricreativi e terapeutici, lasciando che il suo commercio clandestino continui a foraggiare il mercato dello spaccio e tutta la rete criminale che ci gira intorno.
E soprattutto ce la presenta semplicemente per quello che è: una pianta officinale buona, utile e ingiustamente demonizzata.
Prefazione del Senatore Matteo Mantero.
“Niente di Personale non è un libro.
È uno spettacolo di circo.
È passione. Amicizia. Impegno. Sudore. Coraggio. Empatia. Concentrazione. Entusiasmo. Libertà. Perseveranza. Complicità. Sensibilità. Fiducia. Comprensione. Speranza. Spontaneità. Fragilità.
Lo puoi ascoltare.
Lo puoi guardare.
Lo puoi leggere.
Lo puoi sognare.”
Nuova raccolta di poesie della poetessa Domenica Blanda.
“Cammino sulle mie impronte, quelle che mi riportano sempre a me e solo a me, magari per vedere le stesse cose da altri punti di vista, magari solo per darmi ascolto.”
Un altro libro di poesie?
Ce n’era bisogno?
Non ce n’era bisogno se i bisogni sono cose più urgenti di poesie. Ma la poesia, la mia, è urgente quando vuole uscire: arriva, ti manda un messaggio, una parola, un’emozione. La sensazione diventa parola, strofe, poesia.
Cammino sulle “mie impronte”, quelle che mi riportano sempre a me e solo a me, magari per vedere le stesse cose da altri punti di vista, magari solo per darmi ascolto.
Perché la poesia, senza pretese alcuna, ha un suo valore, una sua dignità. Ed è in questa forma che mi riconosco.
Domenica Blanda
È la storia, raccontata sotto forma di filastrocca, di Giovannino, un bambino che ha i piedi così lunghi che fanno tutto il giro del globo terrestre fino a che le punte non gli toccano i tacchi. Giovannino è triste perché, diverso dagli altri bambini, non può saltare né correre e si trova spesso solo a guardare la natura, mentre gli altri bambini corrono, saltano e giocano. Ma un giorno troverà impigliata tra gli alberi Gigliola, una bambina con braccia e gambe così sottili che vola via al primo starnuto…
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