NOMEN OMEN
SEMI DI MELOGRANO
QUALCOSA INVENTEREMO
POTEVA ANDARE PEGGIO
VIC, DOPO LA TEMPESTA
GIUNIO, DI GIUGNO
CANNABIS CREDEVO FOSSE DROGA
IL GIOCO DEL RE
CANNABIS CREDEVO FOSSE DROGA
Autore: Flavio Passi
CANNABIS. UNA STORIA D’AMORE E SPIRITUALITÀ
Autrice: Nadia Principato
Divampa una rivolta in Francia.
Insorgono i nuovi miserabili.
Dalle banlieue al cuore delle città l’urto si propaga. Sconvolge economia, frontiere, finanza e istituzioni. Tremendo il contraccolpo per l’Italia, vertiginoso il tracollo. Lo Stato scalcia, vacilla e schianta nel volgere di un’estate. L’ultima, in tempo di pace.
Sgretolamento, frantumazione, apnea dell’ordinario…
Ma è quando i vincoli sociali si allentano, che affiorano le vite.
Pinti ne afferra sette. Sette traiettorie emblematiche come carte dei tarocchi, allo stesso modo ambigue, irripetibili, contraddittorie. Le mescola in una trama di rimandi e corrispondenze, le accarezza con una scrittura capace di trattenere, da ogni gesto e da ogni pensiero, una particolare luce. Sempre fraterna, a tratti ironica, mai giudicante.
Che sia un viaggio con lo zaino in spalla o una crisi di governo, una guerriglia urbana o una capriola tra le foglie, ogni pagina schiude un orizzonte dov’è lo spazio intimo a scavare nel politico, di fenditura in fenditura, fino a svuotare molte delle parole con cui la civiltà si ostina a raccontare se stessa.
Un romanzo di stirpe nuova, barbarico e delicato.
Una sinfonia picaresca, a strapiombo sul caos.
Una nicchia per creature selvatiche, nell’ora incerta del tramonto.
In una lontana regione dell’universo, nel cuore di una galassia distante miliardi di anni luce da quella che un tempo era la nostra, esistono gli Aion, pianeti tanto peculiari quanto eccezionali. Chiunque si risvegli lì, nel vuoto e nel silenzio assoluto, non possiede né ricordi né coscienza di un prima. Svuotato di una qualunque identità scoprirà di essere un enayòn, un’essenza generata da un embrione sviluppatosi su quel pianeta, copia di un kenayòn, nato e vissuto sull’astro d’origine. Ogni enayòn intraprende un profondo percorso interiore e verso ciò che lo circonda, non senza difficoltà. Elementi come il cielo di un intenso indaco, privo di nubi e di un sole, e la misura del tempo vengono percepiti come dissonanze. Ad aiutarlo a uscire dall’iniziale caos e a comprendere la propria natura e il proprio scopo sul pianeta, ci penseranno la guida a lui assegnata e il protocollo da seguire per superare una prova: far attecchire alla sua anima quella appartenuta al corrispettivo kenayòn, riacquistando così la memoria. Questo sarà il punto di partenza di un viaggio che lo porterà a mettersi in discussione, a ridefinire la propria identità oltre che il fine dell’esistenza stessa, e a conoscerne il dolce quanto l’amaro.
Questa è la storia del viaggio di uno di loro, di un enayòn umano originario del pianeta Terra.
I “Tentativi di vita” di Carrera sono perlopiù tentativi di comprensione di sé e dell’amore, sostanzialmente tra le poche cose che debbano importare non solo a un giovane poeta, ma in generale a un giovane uomo. L’argomento amoroso e quello introspettivo si inseguono attraverso i componimenti della raccolta e si intrecciano continuamente, producendo, nel loro collidere e allontanarsi, un pensiero sulla vita che si fa scrittura, a tratti esuberante nella quantità e in cerca di formule memorabili per un sentire che si colloca fuori dal tempo, in uno spazio nobile ed esclusivo. Se c’è qualcosa che manca, infatti, in questi “Tentativi di vita”, è il fuori da sé, l’incontro-scontro con il mondo esterno. La realtà sociale e il tempo presente sono quasi assenti, a volte rumore di fondo, a volte neppure quello: forse, nel verbalizzarsi di un sentire memorabile, è dato per scontato lo scontento per il tempo dato da vivere…
Tratto dalla prefazione di Marco Bini.
Anno 2236. Dopo guerre e cataclismi devastanti, il mondo ha cambiato interamente assetto. Una parte della popolazione sopravvissuta è stata oggetto di esperimenti genetici al fine di creare soldati dalle capacità superiori. Sulla loro pelle sono comparsi dei marchi molto simili ai semi delle carte da poker, gioco al quale i potenti si ispirano per creare una nuova gerarchia. Cuori, Quadri, Fiori, Picche: le nuove macchine da guerra dall’aspetto umano affiancano un esercito di uomini e robot. Non hanno più una vera identità, a loro non è concesso nemmeno usare il proprio nome, possono solo eseguire gli ordini, controllati dai microchip impiantati nel corpo.
Il Velo dimensionale è stato squarciato, facendo fuoriuscire campi energetici e altri orrori. Ma anche dove regna la distruzione, esistono emozioni e sentimenti che nessuna tecnologia potrà mai spegnere: l’amore incondizionato per una sorella, la lealtà verso un amico, l’attrazione profonda che lega due corpi. Come accade nel Mazzo Minore di Walter Scott, Re di Quadri, che si è posto l’obiettivo di riscattare l’umanità assieme ai suoi compagni: il Jolly Nero, un coraggioso e protettivo colosso tatuato, la Regina di Cuori, l’irresistibile Alice, e la Jack di Fiori, la valorosa Valery.
Nella speranza di un riscatto dalle colpe dei nostri avi, inizia il gioco.
Washington, DC. – commemorazione 11 settembre.
Sull’orlo di una nuova guerra fredda, due spie russe sono alle prese con la missione che potrebbe risolvere una delle più grandi piaghe del pianeta e spostarne gli equilibri socioeconomici. Il suicidio di uno scienziato americano trascinerà il detective Billy Blake in una complessa spirale cospirativa assieme a Tess Westlake, cronista d’assalto nonché ex moglie del luminare. La ricerca della verità si trasformerà in una lotta per la sopravvivenza quando a Tess verrà affidato un prototipo rivoluzionario e Billy verrà incastrato per omicidio. Una corsa contro il tempo per anticipare le mosse del Mastermind, La Mente Suprema che tiene tutti sotto tiro. La febbrile fuga da un passato intriso di segreti e fragilità mai davvero cancellati.
Tess, personaggio ispirato al suo ideatore, è superstite dell’attentato di New York e deve fare i conti con il disturbo da stress post traumatico che ha realmente afflitto anche l’autore. L’esperienza autobiografica s’innesta cosi alla narrativa attraverso l’alternarsi di déjà-vu e flashback: potenti illusioni multisensoriali faranno riemergere sia gli spettri delle Torri Gemelle sia altri terribili traumi del passato.
In un susseguirsi di doppi giochi, oscillando tra la spy-story e il thriller psicologico, il lettore viene catapultato in una serie di colpi di scena che lo porteranno non solo a confondere la linea di demarcazione tra Bene e Male, ma soprattutto a riflettere sulle conseguenze di una tragedia ancora fin troppo viva e pulsante.
La voglia, più o meno consapevole, di comprendere ciò che manca nella loro vita, conduce Anna, Nunzia e Raffaella, per motivi diversi, ad appassionarsi ai Balcani e a incontrarsi proprio lì.
Asha arriva in Italia dopo un viaggio su un furgoncino, su un aereo, su un’auto che la portano da quella che diventerà la sua nuova famiglia e “non mi lascerà andare mai più”.
Asha è la voce degli adottati, di quei tanti bambini e ragazzi, bambine e ragazze, che poche volte hanno voce. Si scrive di loro, per loro, quasi mai con loro. Sono anime che nel giro di poche ore attraversano continenti e fusi orari, ai quali è richiesto di diventare figli nell’arco di pochi istanti, di uno sguardo appena, e di lasciare alle spalle tutti i propri bagagli per prenderne in mano di nuovi, integri e perfetti, da riempire con la nuova vita e i suoi nuovi, integri e perfetti ricordi.
Matteo è un pittore schivo e solitario, con alle spalle un passato di cui non parla volentieri. Vive di lavori saltuari e ha un’unica amica, Claudia, che lo accetta così com’è, senza fare troppe domande.
Stella è un’ostetrica che si è appena lasciata col suo fidanzato e conduce una vita tranquilla e ordinaria. Ha fin da piccola il dono della premonizione e fa sogni e visioni che regolarmente si avverano. Un giorno Matteo la vede mentre cammina per strada nel centro di Modena. Il colpo di fulmine è immediato e lui la segue per cercare di conoscerla.
Ma quello che a prima vista sembra un incontro casuale, si rivela ben presto un preciso disegno del destino, di cui solo uno dei due è in parte consapevole.
Un destino che affonda le sue origini nella Modena del 1630, flagellata dalla peste e dagli orrori della Santa Inquisizione, quando per una donna essere bella e conoscere i poteri delle erbe mediche significava inevitabilmente avere addosso il “marchio del Diavolo” ed essere additata come strega.
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