Trovare nell’altro quella parte di sé che è andata persa e, una volta accolta, capire cosa farne. Capire come gestire la consapevolezza che perdonare significa perdonarsi. Che lasciare andare significa lasciarsi andare.
Milano è già fredda quando Carlo e Ludovica si incontrano. Troppo simili per non scontrarsi, ma troppo simili anche per non legarsi. Ognuno con i suoi drammi, ognuno con i suoi danni. Gli ansiolitici per placare quell’angoscia che stringe lo stomaco, per dormire e avvertire un po’ di pace, solo un po’. L’alcol per zittire le voci interiori, per fingere di non avere più ricordi, per cercare di morire, solo un po’, quando vivere sembra essere diventata una colpa.
Quello che affrontano Carlo e Ludovica non è solo il loro viaggio: è il percorso di chiunque combatta con ansia, depressione, ossessioni, dipendenze, senso di colpa e di smarrimento. Con tutto quello con cui cerchiamo di colmare i vuoti e di alleggerire i pesi. Perché l’unica cosa da fare è cercare di imparare a stare a galla. E respirare.