Noi siamo e facciamo notizia sempre:
anche stando in silenzio.
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Noi siamo il brand di noi stessi o, ancora meglio, noi siamo i media di noi stessi e in quanto tali, facciamo notizia, diventiamo ogni giorno notizia. In un’epoca in cui il digitale e la disintermediazione la fan da padrone saper padroneggiare al meglio la comunicazione via Web è fondamentale per ottenere risultati sia sul piano relazionale che su quello lavorativo. Ogni volta che ci approcciamo a scrivere un contenuto sui Social Media, rispondiamo a un commento, interagiamo in una community ci trasformiamo nel nostro media personale, veicolando qualcosa di noi all’esterno. Per cosa vogliamo essere trovati online? La nostra identità digitale è coerente con quella reale? I nostri contenuti ci rispecchiano? Le parole sono un potente strumento valoriale da utilizzare con cura per generare benessere verso noi stessi e verso l’ecosistema che ci circonda. “Io sono Notizia – Comunicare nell’Era del Digitale per generare valore” vuole essere un prontuario pratico e applicabile nella nostra trasformazione in media autentici.
Noi siamo e facciamo notizia sempre:
anche stando in silenzio.
ISBN | 9788832195675 |
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ANNO DI PUBBLICAZIONE | Maggio 2023 |
CATEGORIA | Saggistica Entourage |
PAGINE | 176 pagine |
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Dal 2018, assieme a Sabrina Falanga, è Ceo della casa editrice Brainding, direttore di Inkalce Magazine e vice direttore di News48.it, il primo magazine Italiano di giornalismo costruttivo. è parte del team nazionale dell’ufficio stampa del Lions Club e membro del Constructive Network. Crede in un Giornalismo costruttivo al servizio della comunità e nella valorizzazione del talento di ciascun individuo, in primis dei giovani. Attraverso il Brand Journalism, in cui è specializzata, dà voce alle eccellenze italiane. è autrice del libro “Scrivere per fare business, dal personal branding al brand journalism” edito da Do it Human.
Abitiamo nel mondo ma non sappiamo effettivamente come abitarci adeguatamente per vivere sereni. Lo spirito che consente di abitare il mondo è quello di porsi continuamente domande – rapiti dal mondo stesso. A tal scopo non è necessario essere filosofi illustri o filosofi di professione: ogni uomo possiede dei dubbi, dei crucci dai quali possono fiorire delle domande. La vita non ci munisce di un manuale per abitare il mondo e nel mondo ma la salvezza trapela dall’incontro umano, permettendo all’anima di intraprendere uno dei voli più belli della vita: quello di vivere. Il cammino dell’umano altro non è che, per l’appunto, divenire un essere umano; per umanità si intende la facilità di muoversi – in modo autentico – sulla superficie terrestre e godere delle “piccolezze” della vita, le quali altro non sono che il tesoro più grande e possente che possiamo desiderare.
Gocce di speranza, occhi Arcobaleno è una storia autobiografica che intreccia quattro vite, quattro cuori e un’esperienza al confine tra l’amore incondizionato e la tragedia più profonda. Quando Vanessa e Roberto scoprono di aspettare il loro primo figlio, Samuel, sono pieni di gioia. Al sesto mese di una gestazione “perfetta”, però, il piccolo presenta una grave anomalia. Un minuscolo dettaglio che non lascia via di scampo ai genitori, costretti a optare per l’interruzione terapeutica di gravidanza. L’impotenza li scaraventa in un baratro di angoscia e sensi di colpa finché, con coraggio, decidono di prendersi per mano e attraversare la tempesta. La malattia, la paura, il lutto perinatale, il blocco emotivo, il vuoto interiore: una miscela nera, densa, logorante. Ma al termine di un anno tremendo, la coppia riceve un dono del tutto inaspettato. In questa storia sono instillate gocce di speranza, perché la speranza è così: a volte si ha, a volte si perde, goccia dopo goccia. E ogni pagina è magicamente illuminata dagli occhi arcobaleno di una meravigliosa bimba dai riccioli dorati: Melissa.«Si definiscono bambini “arcobaleno” quei figli che nascono dopo un lutto perinatale o morte prematura perché, con la gioia che li accompagna, riportano la luce e il calore in una famiglia che ha dovuto affrontare la più terribile delle tempeste.»
“La Cannabis non va né osannata né demonizzata, va studiata e rispettata”
Già a partire dal sottotitolo, che racchiude in tre parole tutta l’assurdità di decenni di condanna e messa al bando della Cannabis, ci si rende conto che questo è un piccolo libro “necessario”.
Piccolo nelle dimensioni, ma non negli intenti; necessario perché affronta lucidamente tutti i pregiudizi morali e ideologici che ostacolano la coltivazione, la diffusione e l’uso della canapa, smontandoli a uno a uno con una narrazione che mescola abilmente la cronaca delle esperienze personali dell’autore con i fatti storici e scientifici; il tutto corredato da studi approfonditi e da una serie di dati statistici inoppugnabili e verificabili.
Con la sua prosa agile, senza fronzoli, ma sempre appassionata, Flavio Passi mette a nudo tutta l’ipocrisia e gli errori di valutazione sociali e politici che ancora oggi rendono molto complicato il libero uso della Cannabis a scopi ricreativi e terapeutici, lasciando che il suo commercio clandestino continui a foraggiare il mercato dello spaccio e tutta la rete criminale che ci gira intorno.
E soprattutto ce la presenta semplicemente per quello che è: una pianta officinale buona, utile e ingiustamente demonizzata.
Prefazione del Senatore Matteo Mantero.
In questo libro le memorie di un alcolista si fanno strada in un percorso di esperienze significative dall’inizio della dipendenza fino alla sua sconfitta passando per situazioni più o meno comuni nelle vite di chi si è ritrovato a bere alcolici fino alla perdita della decenza.
La storia si svolge in provincia di Varese ed è raccontata in prima persona da Federico che ci racconta alcune tappe della sua costante lotta contro l’alcol: la sua famiglia, le sue relazioni e i suoi amici sono i punti fondamentali di ogni capitolo dello scritto che accompagnano il protagonista in diversi eventi più o meno spiacevoli.
La terapia e il suo toccare il fondo lo aiuteranno nella consapevolezza di risolvere un problema che ha devastato la sua vita e l’ha fatto piombare nel baratro.
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