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Giacomo “Jack”Alighieri ha una routine collaudata che non ha alcuna voglia di cambiare, così come non ha voglia di fare molte cose. Giorno dopo giorno la sua vita comincia con la sveglia nel suo bilocale, continua per otto ore in un ufficio e si conclude la sera al BarCellona, tra nostalgici degli anni Ottanta, idraulici amanti del teatro, personaggi muti o solo silenziosi, birra e vino bianco. E narrazioni fantasiose al bancone del bar, che lo vede di volta in volta cantastorie o imbonitore, truffatore della realtà o suo archivista. Avrebbe potuto continuare così per sempre, magari aggiungendo ogni tanto un’uscita con l’amico storico, ma una serie di bigliettini di cartone lasciati sul tavolo della cucina del suo appartamento cambia tutto. Poche parole scritte con una grafia che odora di femmina e di avventura, un luogo e un orario. Un appuntamento con il destino, ma di chi?
Mi ha incuriosita da subito. Prima il titolo, poi la copertina, poi la quarta di copertina. Infine l’ho letto, e devo dire che mi è piaciuto! Simone Rocchi ha la capacità di tenere costante la curiosità nel lettore e i temi che tratta sono attuali e ben sviluppati. Leggi la recensione completa…
Ilaria, @voltarpagine
““Qualcosa inventeremo” di Simone Rocchi è un libro che potrebbe piacervi se cercate una lettura diversa, originale ed anche un po’ strana che, comunque, è in grado di stupirvi e di incuriosirvi grazie ad un pizzico di mistero che tiene in balia per tutto il tempo. Anche i personaggi sono particolari nella loro semplicità e ciò trovo sia un punto positivo perché ci permettono di avvicinarci a loro e, magari, di farci sentire un filo migliori.” Leggi la recensione completa…
Gabriele, @a_tuttovolume_libri_con_gabrio
Consiglierei questo libro a tutti i disillusi e rassegnati, ai ragazzi con o senza talento che si sono stancati di inseguire un sogno, a chi preferisce essere una pecora qualunque piuttosto che la pecora nera e a chi crede di aver già raggiunto la felicità. Insomma tutti coloro che si sentono un po’ Jack. Leggi la recensione completa…
Mely, @solounaltrocapitolo
Lo stile dell’autore è molto curato, si legge piacevolmente e scorre in modo veloce. Le vicende si susseguono una dopo l’altra, intervallate, soprattutto nelle prime pagine, da dei flashback. Ci si chiede sempre: “E ora che succede?”. Con la sua trama non troppo intricata, questo libro vi farà sorridere e vi porterà a volerne sapere di più, invogliandovi a leggerlo! Non posso che consigliarvelo vivamente! Leggi la recensione completa…
Chiara, @thelittlelibrarian_
Ho apprezzato la scelta tematica di Simone, quella dei giovani d’oggi ormai senza tante aspettative e che vivono spesso passivamente la propria realtà, privati della speranza di un futuro migliore dalla società moderna, ma c’è ancora la possibilità di cambiare e come riferisce il titolo del libro “qualcosa inventeremo.
Federica, @fede_in_books_land
Ti consiglio questo libro se ami le narrazioni intrecciate e i personaggi fuori dai canoni standard dei tipici protagonisti.
Claudia, @lovelyhex
Tutta la storia in realtà verte su una domanda etica: è giusto irrompere nella vita delle persone cambiando il loro destino? Certo, dipende da come lo si cambia, ma il “come” lo si sa solo una volta che si è agito, solo una volta che abbiamo fatto da intermediari. Leggi la recensione completa… Guarda la video-recensione…
Erika, @erigibbi
La lettura del romanzo e molto leggera e fluida, con una scrittura semplice che non annoia il lettore, anzi con il suo sarcasmo risulta piacevole e scorrevole ma anche molto originale.
Lory, @il_mio_amore_per_i_libri
Durante la scorsa Rassegna della Microeditoria di Chiari abbiamo avuto occasione di conoscere la rivista Valle dell’Oglio Magazine, di cui Simone Rocchi (autore per Edizioni Effetto di “Qualcosa inventeremo”) è collaboratore da ormai un paio d’anni. Il mensile parla di persone, personaggi ed eventi relativi ai comuni della Valle dell’Oglio; racconta insomma, come dicono loro stessi “storie interessanti attraverso un occhio discreto e allo stesso tempo intenso. Non divisioni, ma unioni; non muri, ma ponti. È questo…
Alle presentazioni di Simone Rocchi ci si diverte sempre. Non potete mancare il 25 ottobre alle 21 nella prestigiosa cornice del Circolo dei Lettori di Torino. Melania Bruno e Lorenzo Locatelli daranno vita a Giacomo “Jack” Alighieri, l’originale protagonista di “Qualcosa inventeremo”, e a Emma, sua improbabile nonchè affascinante datrice di lavoro. L’autore Simone Rocchi
Si è conclusa ieri, 15 settembre 2019, a Bergamo la XV edizione del Festival delle Lettere. Simone Rocchi è il vincitore della categoria “Lettera a tema libero” e riceve inoltre il Premio speciale “Writing The Distance” in memoria di Anna Sachet, che va a alla lettera che più di tutte è stata in grado colmare le distanze, non solo fisiche o temporali, ma anche sociali e culturali. Congratulazioni Simone, siamo sicuri che il tuo talento…
ISBN | 9788832195033 |
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Luogo di pubblicazione | Vercelli |
Anno di pubblicazione | Aprile 2019 |
Genere | Narrativa/commedia/suspence |
Pagine | 232 pagine |
Rilegatura | Cucito filo refe |
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Simone Rocchi è nato a Bergamo nel 1987. È laureato in Economia Aziendale e lavora per un importante istituto bancario. Appassionato di sport e storie strane, collabora con giornali e riviste della sua città; con il collettivo Gli Imbrattatori ha scritto la raccolta di racconti “Lo Scirocco Dura Solo Tre Giorni”.
Sedici anni di calcio, di tifo e di vita.
La crescita personale, le emozioni e ti travagli di un bambino che attraversa l’infanzia e l’adolescenza fino a ritrovarsi uomo; accompagnato in tutti quegli anni da una passione travolgente: la Juventus.
Urla, risa, abbracci… Pianti di gioia e dolore…
Un amore che accompagna Mikael dal giorno della sua Prima Comunione: era il 5 maggio 2002.
La libreria è piccola, di paese. Ha gli scaffali ricoperti di carta crespa colorata e una sola vetrina, dalla quale entra imperiosa la luce del giorno. Dentro, una scrittrice – Lei – presenta il suo libro, il raggiungimento di un sogno. A guardarla, Emil. Coppola in testa e posa strafottente… o forse no. Perché le parole di Lei gli cadono addosso, dentro. E non può evitare di consegnarle di nascosto le sue, di parole, anche se solo su un biglietto scritto a matita e infilato di nascosto nel libro che la scrittrice porta sempre con sé. Poi, aspetta di vederla uscire e allontanarsi prima di andare a casa e attenderne l’arrivo. Quando entra però non è solo, perché altri sono già arrivati prima di lui. Li conosce bene, ognuno ha un nome e un peso in questa serata calda che sa di teatro. Tati e le sue scarpe col tacco, seduta sulla poltrona di velluto verde che chiede del vino, Nané che pettina una bambolina, Donna Melina e il suo foulard di seta floreale che le nasconde gli anni e la storia. E il Signor Tim, che fuma.
Ma Lei dov’é? Sa che la stanno aspettando? Tra una sigaretta, una Rossana e dell’Amarone servito in un calice, cinque persone attendono la voce di colei che decreterà il loro futuro, chi tra loro potrà restare quella notte e quella dopo ancora.
La verità è che siamo composti da mille strati di noi stessi, stesi e attaccati l’uno all’altro, che mischiano odori, umori, sapori. Siamo il frutto di ciò che ascoltiamo, guardiamo e impariamo dal primo istante di vita, e tutto resta a farne parte, per dare il senso di ciò che mostriamo di essere al mondo.
Quando muore, Ciccitta Lampis lascia la nipote Lia e le figlie Ruth, Ester e Noemi in condizioni economiche difficili. Dopo una lunga riflessione, l’unica soluzione possibile sembra la vendita del numero venti, un edificio lungo la via principale del paese, di proprietà della famiglia da generazioni. Ma l’arrivo di Giorgio Albert da Parigi stravolgerà ogni piano: prima del decesso, Ciccitta ha firmato con lui un contratto di locazione perché possa aprirvi una libreria. La follia del progetto oltraggia tutto il paese: leggono in troppo pochi a Santa Gisa perché possa avere successo.
Sullo sfondo di un piccolo centro del sud ovest sardo, il numero venti si farà crocevia di romanzi e di tradizioni perdute che non solo ricorderanno alle Lampis quanto della loro storia abbiano messo da parte, ma faranno soffiare impetuoso il vento del cambiamento su una comunità che ha dimenticato sé stessa.
A centocinquanta anni dalla nascita di Grazia Deledda, Mezzo giro di velluto omaggia le atmosfere e i personaggi di Canne al vento, raccontando con un tocco di realismo magico il velo sottile che separa la vita e la morte.
Anna nasce l’11-11-1991 -palindromi il suo nome e la sua data di nascita- in un giorno di San Martino che tutti ricorderanno per la forza impetuosa con cui soffiarono Maestrale e Scirocco: i due venti contrapposti che avvolgono la Sardegna.
Due forze equivalenti e contrastanti, come bene e male, che da quel giorno non la lasceranno mai. Tra miti e leggende della tradizione popolare, stregoneria e Inquisizione, magia bianca e magia nera si snoda la storia di Anna: riuscirà a conciliare gli opposti?
“Nomen omen” è stato finalista al Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti 2018 e secondo classificato al premio Città di Siena, sezione Elba book festival.
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PER L’ANNO 2021 LA CASA EDITRICE HA RICEVUTO DALLA REGIONE PIEMONTE CONTRIBUTI DE MINIMIS GIÀ PUBBLICATI SUL REGISTRO NAZIONALE AIUTI DI STATO
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