Si sentiva un privilegiato ad assistere a un simile spettacolo. Per quanto giovane, era consapevole della fortuna di vivere in un posto del genere, in quel periodo, ed era abbastanza saggio da goderselo. Ogni volta che poteva.
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Africa è un nome scritto da oltre un secolo nel destino di molte famiglie di Roasio, un piccolo paese in provincia di Vercelli.Alessandro Testa, ventenne ambizioso, abbandona l’Italia per raggiungere il fratello maggiore in Nigeria.
Sono gli anni che precedono la Seconda Guerra Mondiale e quei ragazzi rappresentano, con l’avventura nel sangue e il coraggio nel cuore, quella generazione di giovani che sono emigrati per cercare qualcosa di nuovo.
Ma in un contesto storico mondiale così incerto, abbandonare la patria è un enorme azzardo. Gli italiani partiti per l’Africa nei primi anni del XX secolo andavano incontro all’ignoto, alle malattie e alla solitudine, prendendo poi consapevolezza di come il loro destino fosse affidato al vero sovrano del continente; a quel sole che, senza curarsi delle sorti degli uomini, sorge ogni giorno celebrando il trionfo di una natura tanto potente da prendere il sopravvento su tutta la razza umana.
Di quei ragazzi, pochi hanno fatto fortuna, molti sono tornati a casa sconfitti, altrettanti sono morti e qualcuno è diventato uomo.
Si sentiva un privilegiato ad assistere a un simile spettacolo. Per quanto giovane, era consapevole della fortuna di vivere in un posto del genere, in quel periodo, ed era abbastanza saggio da goderselo. Ogni volta che poteva.
ISBN | 9788832195361 |
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ANNO DI PUBBLICAZIONE | Maggio 2022 |
Genere | Narrativa |
Pagine | 400 pagine |
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Andrea Cantone è nato a Biella nel 1977. È laureato in Scienze Geologiche all’Università di Torino e, da ormai più di quindici anni, insegna Matematica e Scienze alla scuola secondaria di primo grado.
Nel 2017 esce il suo primo romanzo “Un giorno alla volta”, ispirato alla vita di sua moglie Rita di origini lituane.
Nel 2022 esce il suo secondo romanzo “La luce dell’equatore”, edito Edizioni Effetto, una storia autentica che ripercorre l’avventura in terra nigeriana degli emigranti italiani prima della Seconda guerra mondiale.
Dopo aver realizzato diversi progetti scolastici nei quali raccontava agli studenti gli anni delle colonie africane, il rapporto tra i bianchi e i locali e le ragioni che stanno alla base dei flussi migratori, decide di realizzare un libro/versione scolastica dello stesso romanzo, così da renderne più facile la lettura e la comprensione delle dinamiche del sistema coloniale anche ai giovanissimi.
Sempre per Edizioni Effetto nel 2023 esce “Mondo capovolto”, il suo terzo romanzo, ambientato tra il continente africano e quello americano.
Sullo sfondo dei drammatici eventi scatenati dalla Seconda guerra mondiale, i destini degli emigrati italiani in Africa s’intrecciano attraverso due continenti. Tutto inizia un lunedì mattina: è il 10 giugno 1940, il mondo si capovolge e la Nigeria, colonia inglese, diventa nemica. L’Italia entra in guerra contro Francia e Gran Bretagna, e quello stesso giorno Alessandro Testa viene arrestato insieme ai suoi connazionali. La loro vita sembra ormai segnata. Prima internati in luoghi di prigionia nella città di Lagos, poi, come accadeva agli schiavi africani nei secoli precedenti, imbarcati e man-dati nei campi di prigionia in Giamaica e costretti a lavorare per il governo inglese. “Mondo capovolto” racconta le incredibili e autentiche vicende rimaste nascoste nelle pieghe del tempo e nelle soffitte dei discendenti dei primi italiani che affrontarono il continente africano. Di come andarono incontro all’ignoto e alla disperazione rendendo eroiche le sofferenze più intime, le piccole battaglie e i trionfi quotidiani di ognuno di loro.
La libreria è piccola, di paese. Ha gli scaffali ricoperti di carta crespa colorata e una sola vetrina, dalla quale entra imperiosa la luce del giorno. Dentro, una scrittrice – Lei – presenta il suo libro, il raggiungimento di un sogno. A guardarla, Emil. Coppola in testa e posa strafottente… o forse no. Perché le parole di Lei gli cadono addosso, dentro. E non può evitare di consegnarle di nascosto le sue, di parole, anche se solo su un biglietto scritto a matita e infilato di nascosto nel libro che la scrittrice porta sempre con sé. Poi, aspetta di vederla uscire e allontanarsi prima di andare a casa e attenderne l’arrivo. Quando entra però non è solo, perché altri sono già arrivati prima di lui. Li conosce bene, ognuno ha un nome e un peso in questa serata calda che sa di teatro. Tati e le sue scarpe col tacco, seduta sulla poltrona di velluto verde che chiede del vino, Nané che pettina una bambolina, Donna Melina e il suo foulard di seta floreale che le nasconde gli anni e la storia. E il Signor Tim, che fuma.
Ma Lei dov’é? Sa che la stanno aspettando? Tra una sigaretta, una Rossana e dell’Amarone servito in un calice, cinque persone attendono la voce di colei che decreterà il loro futuro, chi tra loro potrà restare quella notte e quella dopo ancora.
La verità è che siamo composti da mille strati di noi stessi, stesi e attaccati l’uno all’altro, che mischiano odori, umori, sapori. Siamo il frutto di ciò che ascoltiamo, guardiamo e impariamo dal primo istante di vita, e tutto resta a farne parte, per dare il senso di ciò che mostriamo di essere al mondo.
Quando muore, Ciccitta Lampis lascia la nipote Lia e le figlie Ruth, Ester e Noemi in condizioni economiche difficili. Dopo una lunga riflessione, l’unica soluzione possibile sembra la vendita del numero venti, un edificio lungo la via principale del paese, di proprietà della famiglia da generazioni. Ma l’arrivo di Giorgio Albert da Parigi stravolgerà ogni piano: prima del decesso, Ciccitta ha firmato con lui un contratto di locazione perché possa aprirvi una libreria. La follia del progetto oltraggia tutto il paese: leggono in troppo pochi a Santa Gisa perché possa avere successo.
Sullo sfondo di un piccolo centro del sud ovest sardo, il numero venti si farà crocevia di romanzi e di tradizioni perdute che non solo ricorderanno alle Lampis quanto della loro storia abbiano messo da parte, ma faranno soffiare impetuoso il vento del cambiamento su una comunità che ha dimenticato sé stessa.
A centocinquanta anni dalla nascita di Grazia Deledda, Mezzo giro di velluto omaggia le atmosfere e i personaggi di Canne al vento, raccontando con un tocco di realismo magico il velo sottile che separa la vita e la morte.
Andrà tutto bene: un mantra che continuavo a ripetermi nella testa, tutti i giorni, più volte al giorno. Ma non ci credevo più nemmeno io.
Stefano è pronto per uscire, rasato di fresco, abito blu e addirittura un papillon in tinta, si avvia deciso ed euforico verso il giorno più importante della sua vita.
Un incontro inaspettato però devierà il corso del suo destino. Chi è quella donna? Come sapeva dove trovarlo e perché lo fa? Grazie a lei, Stefano comincia a ripensare a ciò che è successo negli ultimi due anni. A poco a poco la nube di mistero che avvolge quegli eventi inizia a diradarsi e tutto diventa improvvisamente chiaro.
Pochi anni dopo lo scoppio della pandemia in Italia, l’esorcista Don Davide viene inviato come parroco nella cittadina abruzzese di Atri, per indagare sulla presunta possessione di Sara, moglie di Aurelio Angiolieri, importante avvocato e parlamentare. Dopo l’esorcismo, uno specchio antico, appartenuto da sempre alla famiglia Angiolieri, si impregna di una strana presenza: chiunque lo osservi vede il proprio riflesso animarsi e gettargli contro peccati e sensi di colpa.
Potrebbe essere opera del diavolo o semplicemente la proiezione del subconscio di chiunque si guardi allo specchio?
Proprio questa domanda finirà per generare conflitto e intrecciare le vite apparentemente slegate dei protagonisti: il Papa, il Segretario di Stato Vaticano, i figli di Sara e Aurelio e l’esorcista stesso, relativista e oppositore della visione dogmatica della Santa Sede.
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PER L’ANNO 2021 LA CASA EDITRICE HA RICEVUTO DALLA REGIONE PIEMONTE CONTRIBUTI DE MINIMIS GIÀ PUBBLICATI SUL REGISTRO NAZIONALE AIUTI DI STATO
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Valeria –
Emozioni. Colori. Odori. Tempo. Queste son le 4 parole chiave di questo fantastico libro. Si sentono gli odori e si vedono i colori dell’Africa come se si fosse con Alessandro. Si provano le emozioni dell’addio e del “verso l’ignoto”. Si scopre una concezione del tempo totalmente diversa dalla nostra. In poche parole: questo libro è una meravigliosa scoperta.
Chiara –
Ho vissuto in Africa e questo libro mi ha riportato d’un fiato in quel fantastico continente; L’ autore descrive i paesaggi, gli odori i personaggi in modo eccellente e mi ha fatto emozionare più volte.
Sapendo poi che è una storia vera, apprezzo e ammiro il lavoro di ricerca, essendo consapevole del gran lavoro che c’è dietro a questa bellissima novella storica.
Assolutamente da leggere!
Chiara –
Una storia vera, emozionante e coraggiosa. Il modo di scrivere dell’autore è brillante e coinvolgente, tanto da farti venire voglia di leggere il libro tutto d’un fiato.
Consiglio vivamente la lettura di questo romanzo, non ve ne pentirete!!!
Valeria –
Finalmente un libro da leggere tutto d’un fiato!
Era da tempo che cercavo un libro che mi prendesse davvero, facendomi entrare nella storia come se la stessi vivendo in prima persona. Niente di banale, una storia viva, vera, fatta di avventura, ma pur sempre reale.
Traspaiono le emozioni del protagonista, i paesaggi intensi e le storie di vita dei personaggi.
Un libro adatto a ragazzi e adulti che abbiano la voglia di viaggiare e sognare l’Africa attraverso le parole dell’autore.
Lorella –
Una storia che mi ha emozionato per il modo in cui il protagonista affronta disagi e difficoltà per migliorare se stesso e la sua vita, per i buoni sentimenti, l’onestà, i colori dell’Africa. E ancor di più sapendo che è ispirata ad una storia vera, ad una persona in particolare ma che rispecchia l’esperienza di tanti che in quegli anni, e come accade a tanti anche oggi, per desidero o necessità hanno lasciato la propria famiglia ed il proprio Paese in cerca di fortuna.
Sara –
Il romanzo è coinvolgente, con la giusta dose di tensione narrativa. Il tutto ben condito da emozioni di stupore e personaggi adorabili che si palesano in tutta la loro autenticità grazie ai dialoghi impeccabili. La luce dell’Equatore è una storia appassionante che scorre veloce senza darti il tempo di metabolizzare le vicende. Una matriosca di sensazioni che ti smuovono dentro. Un dipinto dell’Africa a tutto tondo. Un caldo infernale. Il finale lascia a bocca aperta.
Un piccolo gioiellino letterario. Top.
Cinque stelline
ELENA (@un_chilo_di_libri) –
Semplicemente un romanzo meraviglioso! Sia nella storia, frutto di un lungo lavoro di studio e ricerca da parte dell’autore, che nell’ ambientazione: l’ Africa calda, selvaggia, dove la vita trascorre sotto il sole cocente i cui abitanti vivono in funzione della natura e non del tempo come lo intendiamo noi europei.
Un libro che coinvolge totalmente tanto da non poter non immedesimarsi nel protagonista e provare per lui un’ empatia straordinaria come fosse stato un nostro parente (nella realtà la storia si ispira alla vera storia del prozio dell’autore Andrea Cantone).
E’ un libro assolutamente da leggere per capire la storia di ieri ma anche quella di oggi… perchè forse ci stiamo dimenticando del nostro passato!
Complimenti ad Andrea Cantone anche per la scrittura la cui lettura risulta scorrevole e sempre viva.
Elena (@un_chilo_di_libri) –
Questo romanzo mi ha letteralemente rapita. L’ autore Andrea Cantone ha saputo raccontare la storia dell’ emigrazione negli anni ’30 da Roasio, un paese della provincia di Vercelli, all’ Africa mescolando le vicende del protagoniasta Alessandro, che rappresenta i desideri, le avventure e le ambizioni di tutti questi emigrati ed in particolar modo la storia del prozio dell’ autore, con la vita, gli usi, le credenze del popolo africano.
Un viaggio appassionato in questo continente negli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale e da cui è nato un romanzo che è un perfetto mix tra storia e avventura.
E’ un libro che consiglio vivamente per capire parte del nostro passato ma anche capire il nostro presente.
Per quanto mi riguarda… sono già in attesa della prossima opera di Cantone!!
Matteo –
La cronaca quotidiana delle ultime settimane ha riportato al centro della discussione politica e sociale il fenomeno dei migranti che cercano disperatamente di raggiungere le nostre coste alla ricerca di un futuro migliore, lontano dal loro paese spesso bersaglio dal fanatismo religioso e dagli effetti negativi della crisi economica e sociale. Questo fenomeno spesso smuove i peggiori istinti xenofobi che albergano nell’animo umano. Studiare la storia del nostro paese può però aiutare a ridimensionare ciò che sta accadendo e a guardare con occhi diversi e compassionevoli i volti di uomini, donne e bambini che cercano un futuro migliore in Europa. Troppo spesso dimentichiamo che gli italiani da sempre sono un popolo di migranti. Ricordo con affetto la storia di un mio prozio che al termine del secondo conflitto mondiale ha lasciato il proprio paese per cercare fortuna in Sud America. Ma cosa provano un uomo o una donna che abbandonano i propri affetti e le proprie sicurezze e si avventurano verso un futuro incerto e spesso pericoloso? Andrea Cantone in questo splendido romanzo, ispirato e dedicato ai numerosi abitanti di Roasio (un piccolo paese nella provincia di Vercelli) che nei primi anni del XX secolo partirono per l’Africa, racconta la storia di Alessandro Testa che abbandona l’Italia per raggiungere il fratello in Nigeria. Un lungo viaggio segnato dall’incertezza e da innumerevoli pericoli che consente tuttavia al protagonista di apprezzare e amare l’Africa, la culla dell’umanità. Alessandro, giunto nel continente africano, prima lavora con il fratello alla costruzione di una ferrovia e successivamente si prodiga in un’insolita corsa all’oro lungo il greto di un fiume secondario. Infine lavora come impresario edile in un contesto sociale complesso che si sta rapidamente avvicinando al secondo conflitto mondiale. Ciò che ha colpito maggiormente la mia attenzione è la magistrale capacità dell’autore di descrivere emozioni e sentimenti dei personaggi nonché luoghi, paesaggi ed atmosfere di un continente meraviglioso. Traspare Inoltre il rispetto profondo di Alessandro nei confronti dei “neri”, veri padroni delle loro terre; un pensiero rivoluzionario se consideriamo la mentalità suprematista degli europei del tempo che sfruttavano in modo spregiudicato le colonie.
Un romanzo imperdibile che ci aiuta a comprendere da dove veniamo e che ci può aiutare a capire dove vogliamo andare.