Quanto forte grida l’anima per dar voce a dolorosi silenzi?
€12.00
Quanto forte grida l’anima per dar voce a dolorosi silenzi?
ISBN | 9788832195385 |
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ANNO DI PUBBLICAZIONE | Maggio 2022 |
Genere | Narrativa |
Pagine | 88 pagine |
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Daniela Paoloemilio (Lanciano, 1973) vive a Perano. Scrive poesie, romanzi e racconti.
Il romanzo si sviluppa tra Ispra, il Santuario di Loreto e Milano tra il medioevo e il secondo dopoguerra: un salto temporale di sei secoli che porterà il lettore dalle lotte tra Visconti e Della Torre per il controllo di Milano, fino alla proclamazione del dogma dell’Assunzione da parte di Pio XII.
1276
È l’alba di un giorno d’estate, l’avanguardia dell’esercito visconteo, costituita da settanta cavalieri eretici sopravvissuti alla crociata indetta contro i Catari, ha ormai oltrepassato Ispera. Oltre una vasta palude li attendono i cavalieri dell’Ordine teutonico alleati dei Torriani. Lo scontro sarà molto sanguinoso e si concluderà al tramonto con una sfida mortale.
1950
Sono cambiati i nomi dei luoghi e di quella battaglia non rimangono tracce. Tuttavia, l’Ombra, un uomo misterioso che vive accanto al vecchio cimitero, continua ad aggirarsi tra ciò che rimane dell’antica palude. La sua presenza e il permanere a Ispra di un nucleo “eretico” scatenerà una nuova lotta che – riprendendo quella tra Visconti e Della Torre – coinvolgerà due nuove fazioni di ispresi. A loro si aggiungeranno nuovi alleati milanesi: tra questi alcuni esponenti della ligera, la malavita meneghina.
La libreria è piccola, di paese. Ha gli scaffali ricoperti di carta crespa colorata e una sola vetrina, dalla quale entra imperiosa la luce del giorno. Dentro, una scrittrice – Lei – presenta il suo libro, il raggiungimento di un sogno. A guardarla, Emil. Coppola in testa e posa strafottente… o forse no. Perché le parole di Lei gli cadono addosso, dentro. E non può evitare di consegnarle di nascosto le sue, di parole, anche se solo su un biglietto scritto a matita e infilato di nascosto nel libro che la scrittrice porta sempre con sé. Poi, aspetta di vederla uscire e allontanarsi prima di andare a casa e attenderne l’arrivo. Quando entra però non è solo, perché altri sono già arrivati prima di lui. Li conosce bene, ognuno ha un nome e un peso in questa serata calda che sa di teatro. Tati e le sue scarpe col tacco, seduta sulla poltrona di velluto verde che chiede del vino, Nané che pettina una bambolina, Donna Melina e il suo foulard di seta floreale che le nasconde gli anni e la storia. E il Signor Tim, che fuma.
Ma Lei dov’é? Sa che la stanno aspettando? Tra una sigaretta, una Rossana e dell’Amarone servito in un calice, cinque persone attendono la voce di colei che decreterà il loro futuro, chi tra loro potrà restare quella notte e quella dopo ancora.
La verità è che siamo composti da mille strati di noi stessi, stesi e attaccati l’uno all’altro, che mischiano odori, umori, sapori. Siamo il frutto di ciò che ascoltiamo, guardiamo e impariamo dal primo istante di vita, e tutto resta a farne parte, per dare il senso di ciò che mostriamo di essere al mondo.
Quando muore, Ciccitta Lampis lascia la nipote Lia e le figlie Ruth, Ester e Noemi in condizioni economiche difficili. Dopo una lunga riflessione, l’unica soluzione possibile sembra la vendita del numero venti, un edificio lungo la via principale del paese, di proprietà della famiglia da generazioni. Ma l’arrivo di Giorgio Albert da Parigi stravolgerà ogni piano: prima del decesso, Ciccitta ha firmato con lui un contratto di locazione perché possa aprirvi una libreria. La follia del progetto oltraggia tutto il paese: leggono in troppo pochi a Santa Gisa perché possa avere successo.
Sullo sfondo di un piccolo centro del sud ovest sardo, il numero venti si farà crocevia di romanzi e di tradizioni perdute che non solo ricorderanno alle Lampis quanto della loro storia abbiano messo da parte, ma faranno soffiare impetuoso il vento del cambiamento su una comunità che ha dimenticato sé stessa.
A centocinquanta anni dalla nascita di Grazia Deledda, Mezzo giro di velluto omaggia le atmosfere e i personaggi di Canne al vento, raccontando con un tocco di realismo magico il velo sottile che separa la vita e la morte.
Boston, Massachusetts. Due preti sono stati uccisi in modo efferato, disumano. La prima vittima ha la schiena scuoiata, mentre la seconda è senza testa, tranciata di netto. Sulle scene del crimine, la Scientifica ha rinvenuto la firma dell’assassino: A.B. A.G. Gli Indiavolati. In calce, una croce capovolta. La Omicidi sospetta un movente satanico, un rituale di magia nera che ha portato alla morte i due religiosi. Ma quelle lettere e quelle parole fanno scattare qualcosa nella mente del capitano David Carlson. Gli Indiavolati non è il nome di una setta satanica, bensì di una band…
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