Quando muore, Ciccitta Lampis lascia la nipote Lia e le figlie Ruth, Ester e Noemi in condizioni economiche difficili. Dopo una lunga riflessione, l’unica soluzione possibile sembra la vendita del numero venti, un edificio lungo la via principale del paese, di proprietà della famiglia da generazioni. Ma l’arrivo di Giorgio Albert da Parigi stravolgerà ogni piano: prima del decesso, Ciccitta ha firmato con lui un contratto di locazione perché possa aprirvi una libreria. La follia del progetto oltraggia tutto il paese: leggono in troppo pochi a Santa Gisa perché possa avere successo. Sullo sfondo di un piccolo centro del sud ovest sardo, il numero venti si farà crocevia di romanzi e di tradizioni perdute che non solo ricorderanno alle Lampis quanto della loro storia abbiano messo da parte, ma faranno soffiare impetuoso il vento del cambiamento su una comunità che ha dimenticato sé stessa. A centocinquanta anni dalla nascita di Grazia Deledda, Mezzo giro di velluto omaggia le atmosfere e i personaggi di Canne al vento, raccontando con un tocco di realismo magico il velo sottile che separa la vita e la morte.
La risacca aveva lavato via le polveri dello scirocco e le sabbie erano tornate turchesi. All’orizzonte, il mare rifletteva l’azzurro del cielo terso, mentre il sole sorgeva sul lato opposto, oltre la vetta asimmetrica e annoiata del monte Giara, guardiano del Basso Sulcis da tempo immemore.
Questo libro è una meraviglia, un tuffo nel realismo magico, che attraversa le vicende di un villaggio immaginario della Sardegna. Sono abbastanza rari i libri che mi piacciono al punto di dovermi forzare a chiuderli la sera, per non andare a letto troppo tardi. Ecco, con Mezzo Giro di Velluto ho perso diverse ore di sonno. Come per tutti i libri che si amano veramente, sono triste di chiudere l’ultima pagina e salutare Giorgio, Lia, Ester, Ruth, Aïssatou, Gioele, etc. Grazie e bravo à Mirco Cogotti per averci dato qualcosa di così bello e prezioso, attraverso un incredibile lavoro. A voi tutti: facciamo vivere ancora e ancora questi personaggi, compratelo e leggetelo. É bellissimo. Bravo Mirco Cogotti!
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Nato a Carbonia nell’estate di qualche anno fa, Mirco Cogotti ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza in Sardegna, dove ha iniziato a coltivare la passione per i libri e la scrittura. Viaggiatore compulsivo, ha completato i suoi studi in cinema e produzione multimediale tra Italia, Stati Uniti e Francia. Da circa dieci anni risiede a Parigi.
Quanto forte grida l’anima per dar voce a dolorosi silenzi? Una raccolta di storie intense, che raccontano esistenze intrise di coraggio, perennemente in bilico, alla ricerca di un afflato vitale forte, indispensabile.
L’amicizia tra Serenity, Gengys, Steve e Fatima nasce tra i banchi di scuola mentre nel mondo intorno a loro appaiono segni di minacciosi cambiamenti… Imponenti mura iniziano a circondare le città, uno spietato piano di dimezzamento della popolazione mondiale li renderà presto soli e costretti a fuggire… riuscirà Pink Opalino, hacker geniale, a mettere in salvo l’umanità?
Per riflettere sul valore e la fragilità della democrazia, non senza un sorriso.
“Amen” è vincitore del premio Città di Siena 2020,
La tranquillità di un piccolo paese della provincia bresciana viene stravolta da un omicidio inquietante e morboso, l’ultimo di una serie. Ed è quando l’Interpol si presenta alla porta del distretto di Polizia per reclamare informazioni su quel delitto, che l’ispettore capo Filippo Santacroce viene catapultato in una storia via via più tortuosa. Si tratta davvero di un killer seriale? L’unica certezza è che l’autore delle macabre opere comunica attraverso rompicapi e tatuaggi. Che anche lui si stia nascondendo da qualcuno? E soprattutto, perché vuole proteggere gli investigatori? Santacroce si troverà quindi proiettato in una storia al di là del tempo e dell’immaginario, il frutto di una programmazione ben precisa iniziata molto tempo prima. Le indagini apriranno squarci su una realtà terribile, una verità paradossale e inverosimile in cui la morte di povere donne è solo il mezzo per arrivare a qualcosa di molto più complesso. Per risolvere il caso, Santacroce non solo dovrà fare i conti con l’orrore, ma si troverà costretto a indagare su se stesso, sul suo passato e sulle insicurezze che lo attanagliano. E se questo fosse solo l’inizio?
Speranza è solita cibarsi di ricordi, continua ad aggrapparsi alla disfunzione del suo ventricolo sinistro pur di non vivere appieno il presente. Ogni scusa è buona per non fare i conti con le sue incertezze finché, dopo un violento temporale marzolino, ella non rimarrà incantata da una misteriosa sagoma che sembra vivere dentro le pozzanghere. Lui è Vic, giovane dai vestiti di tenebra e dalla pelle di luna, un ragazzo proprio come tutti gli altri, oppure, la soluzione alla paura corroborante che continua a logorare il cuore di Speranza.
Giulia –
Questo libro è una meraviglia, un tuffo nel realismo magico, che attraversa le vicende di un villaggio immaginario della Sardegna.
Sono abbastanza rari i libri che mi piacciono al punto di dovermi forzare a chiuderli la sera, per non andare a letto troppo tardi.
Ecco, con Mezzo Giro di Velluto ho perso diverse ore di sonno.
Come per tutti i libri che si amano veramente, sono triste di chiudere l’ultima pagina e salutare Giorgio, Lia, Ester, Ruth, Aïssatou, Gioele, etc.
Grazie e bravo à Mirco Cogotti per averci dato qualcosa di così bello e prezioso, attraverso un incredibile lavoro.
A voi tutti: facciamo vivere ancora e ancora questi personaggi, compratelo e leggetelo.
É bellissimo.
Bravo Mirco Cogotti!