Esiste un modo giusto di vivere
le emozioni?
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Nei 10 racconti presenti in quest’opera, Federico Riccardo e Simone Sciamè, cercano di comunicare un concetto tanto semplice quanto fondamentale: non esiste una forma d’amore uguale per tutti. Partendo dalle origini di Eros, passando per il presente erotico, e finendo a proiezioni di quello che potrebbe essere nel futuro, sono infiniti gli scenari plausibili che, soprattutto attraverso la narrazione, si possano ramificare.
“Federico Riccardo e Simone Sciamè hanno messo in scena personaggi perduti, alcuni nel proprio sogno caldo, un sogno di baci; altri nel desiderio di non sentirsi più soli; altri ancora nelle prime curiosità del sesso o nel silenzio e nell’astinenza; e poi in amanti feroci e premurosi, nella propria collezione di peli pubici o nella vicina di casa giovane e piena di vita o a tentare di capire se l’amore ha un peso specifico, in once.” (Dalla prefazione del libro, a cura di Ugo Sandulli, docente di scrittura alla Scuola Holden di Torino).
Esiste un modo giusto di vivere
le emozioni?
ANNO DI PUBBLICAZIONE | Maggio 2023 |
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Genere | Narrativa, Erotico |
Pagine | 224 pagine |
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Federico Riccardo è nato nel 1991 a Milano. Con la casa editrice Bookabook ha pubblicato il libro Il tempo è il binario di un tram cui è seguito Le vie di mezzo – Esercizi di immobilità. Nel 2022 ha autopubblicato la sua prima raccolta di poesie, dal titolo Amore e Griffonia. Ha fondato la rivista letteraria Topsy Kretts.
Simone Sciamé è nato ad Alessandria il 4 settembre 1993. Ha curato per due anni una rubrica di recensioni di libri presso la testata radio-giornalistica Radio Gold. Nel 2020 ha pubblicato la sua prima opera presso Edity intitolata Pane e sabbia. Dal 2023 è editor e scout della rivista letteraria Topsy Kretts.
La tranquillità di un piccolo paese della provincia bresciana viene stravolta da un omicidio inquietante e morboso, l’ultimo di una serie.
Ed è quando l’Interpol si presenta alla porta del distretto di Polizia per reclamare informazioni su quel delitto, che l’ispettore capo Filippo Santacroce viene catapultato in una storia via via più tortuosa.
Si tratta davvero di un killer seriale? L’unica certezza è che l’autore delle macabre opere comunica attraverso rompicapi e tatuaggi. Che anche lui si stia nascondendo da qualcuno? E soprattutto, perché vuole proteggere gli investigatori?
Santacroce si troverà quindi proiettato in una storia al di là del tempo e dell’immaginario, il frutto di una programmazione ben precisa iniziata molto tempo prima. Le indagini apriranno squarci su una realtà terribile, una verità paradossale e inverosimile in cui la morte di povere donne è solo il mezzo per arrivare a qualcosa di molto più complesso.
Per risolvere il caso, Santacroce non solo dovrà fare i conti con l’orrore, ma si troverà costretto a indagare su se stesso, sul suo passato e sulle insicurezze che lo attanagliano. E se questo fosse solo l’inizio?
“Niente di Personale non è un libro.
È uno spettacolo di circo.
È passione. Amicizia. Impegno. Sudore. Coraggio. Empatia. Concentrazione. Entusiasmo. Libertà. Perseveranza. Complicità. Sensibilità. Fiducia. Comprensione. Speranza. Spontaneità. Fragilità.
Lo puoi ascoltare.
Lo puoi guardare.
Lo puoi leggere.
Lo puoi sognare.”
Divampa una rivolta in Francia.
Insorgono i nuovi miserabili.
Dalle banlieue al cuore delle città l’urto si propaga. Sconvolge economia, frontiere, finanza e istituzioni. Tremendo il contraccolpo per l’Italia, vertiginoso il tracollo. Lo Stato scalcia, vacilla e schianta nel volgere di un’estate. L’ultima, in tempo di pace.
Sgretolamento, frantumazione, apnea dell’ordinario…
Ma è quando i vincoli sociali si allentano, che affiorano le vite.
Pinti ne afferra sette. Sette traiettorie emblematiche come carte dei tarocchi, allo stesso modo ambigue, irripetibili, contraddittorie. Le mescola in una trama di rimandi e corrispondenze, le accarezza con una scrittura capace di trattenere, da ogni gesto e da ogni pensiero, una particolare luce. Sempre fraterna, a tratti ironica, mai giudicante.
Che sia un viaggio con lo zaino in spalla o una crisi di governo, una guerriglia urbana o una capriola tra le foglie, ogni pagina schiude un orizzonte dov’è lo spazio intimo a scavare nel politico, di fenditura in fenditura, fino a svuotare molte delle parole con cui la civiltà si ostina a raccontare se stessa.
Un romanzo di stirpe nuova, barbarico e delicato.
Una sinfonia picaresca, a strapiombo sul caos.
Una nicchia per creature selvatiche, nell’ora incerta del tramonto.
Quando muore, Ciccitta Lampis lascia la nipote Lia e le figlie Ruth, Ester e Noemi in condizioni economiche difficili. Dopo una lunga riflessione, l’unica soluzione possibile sembra la vendita del numero venti, un edificio lungo la via principale del paese, di proprietà della famiglia da generazioni. Ma l’arrivo di Giorgio Albert da Parigi stravolgerà ogni piano: prima del decesso, Ciccitta ha firmato con lui un contratto di locazione perché possa aprirvi una libreria. La follia del progetto oltraggia tutto il paese: leggono in troppo pochi a Santa Gisa perché possa avere successo.
Sullo sfondo di un piccolo centro del sud ovest sardo, il numero venti si farà crocevia di romanzi e di tradizioni perdute che non solo ricorderanno alle Lampis quanto della loro storia abbiano messo da parte, ma faranno soffiare impetuoso il vento del cambiamento su una comunità che ha dimenticato sé stessa.
A centocinquanta anni dalla nascita di Grazia Deledda, Mezzo giro di velluto omaggia le atmosfere e i personaggi di Canne al vento, raccontando con un tocco di realismo magico il velo sottile che separa la vita e la morte.
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PER L’ANNO 2021 LA CASA EDITRICE HA RICEVUTO DALLA REGIONE PIEMONTE CONTRIBUTI DE MINIMIS GIÀ PUBBLICATI SUL REGISTRO NAZIONALE AIUTI DI STATO
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