Dedicato a alle vittime del ponte, ai sopravvissuti e alla città di Genova.
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Un’amara riflessione sulle “opere ardite” che l’uomo riesce, col suo ingegno, a realizzare; come quel che fu il Ponte Morandi: opera futuristica per l’epoca in cui fu costruita. Cosa ha provocato il disastro? Quasi certamente l’incuria umana che non ha saputo “conservare” né “preservare” un gioiello di ingegneria così delicato.
Con una lirica a volte straziante l’autore si interroga sulle cause della tragedia come se fosse lì, sotto il ponte crollato, quel gioiello ormai ferito che urla dolore e sofferenza.
Dedicato a alle vittime del ponte, ai sopravvissuti e alla città di Genova.
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Dedicato a alle vittime del ponte, ai sopravvissuti e alla città di Genova.
ISBN | 9788894278828 |
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Luogo di pubblicazione | Torino |
Anno di pubblicazione | Ottobre 2018 |
Genere | Saggistica. Lirica. |
Pagine | 64 |
Rilegatura | Cucito filo refe |
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Bernardo De Muro è cultore della parola, studioso di retorica antica e moderna, scrittore e saggista, narratore favolistico e autore di opere drammaturgiche. E, dicono di lui, anche poeta. Scorre gli itinerari sconosciuti dell’intuizione creativa, lavora sulla fertile creta della mente perché questa diventi malleabile e inesauribile, capace di sollevare le acque e smuovere le montagne. Pubblicista, ha scritto su quotidiani e periodici nazionali e regionali e curato trasmissioni di musicologia classico-sinfonica su RAI-Radio3. Gli sono stati assegnati importanti premi di narrativa, poesia e teatro. Dal 1981 tiene seminari di formazione e approfondimento sull’arte oratoria e sulla scrittura narrativo-drammaturgica. Le istituzioni scolastiche si avvalgono dei suoi esperimenti su “linguaggio del cambiamento e parola creativa”. Con autoironia si definisce “viandante della parola”.
Le favole, di ispirazione orientale, si svolgono nel fantastico Regno di Xij, un regno dove non c’è spazio per il male.
Le favole sono intrise di una morale potente, assolutamente da leggere.
Consigliato per le scuole.
Storie poco conosciute del commercio italiano negli anni Venti e Trenta.
Gocce di speranza, occhi Arcobaleno è una storia autobiografica che intreccia quattro vite, quattro cuori e un’esperienza al confine tra l’amore incondizionato e la tragedia più profonda. Quando Vanessa e Roberto scoprono di aspettare il loro primo figlio, Samuel, sono pieni di gioia. Al sesto mese di una gestazione “perfetta”, però, il piccolo presenta una grave anomalia. Un minuscolo dettaglio che non lascia via di scampo ai genitori, costretti a optare per l’interruzione terapeutica di gravidanza. L’impotenza li scaraventa in un baratro di angoscia e sensi di colpa finché, con coraggio, decidono di prendersi per mano e attraversare la tempesta. La malattia, la paura, il lutto perinatale, il blocco emotivo, il vuoto interiore: una miscela nera, densa, logorante. Ma al termine di un anno tremendo, la coppia riceve un dono del tutto inaspettato. In questa storia sono instillate gocce di speranza, perché la speranza è così: a volte si ha, a volte si perde, goccia dopo goccia. E ogni pagina è magicamente illuminata dagli occhi arcobaleno di una meravigliosa bimba dai riccioli dorati: Melissa.«Si definiscono bambini “arcobaleno” quei figli che nascono dopo un lutto perinatale o morte prematura perché, con la gioia che li accompagna, riportano la luce e il calore in una famiglia che ha dovuto affrontare la più terribile delle tempeste.»
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Noi siamo il brand di noi stessi o, ancora meglio, noi siamo i media di noi stessi e in quanto tali, facciamo notizia, diventiamo ogni giorno notizia. In un’epoca in cui il digitale e la disintermediazione la fan da padrone saper padroneggiare al meglio la comunicazione via Web è fondamentale per ottenere risultati sia sul piano relazionale che su quello lavorativo. Ogni volta che ci approcciamo a scrivere un contenuto sui Social Media, rispondiamo a un commento, interagiamo in una community ci trasformiamo nel nostro media personale, veicolando qualcosa di noi all’esterno. Per cosa vogliamo essere trovati online? La nostra identità digitale è coerente con quella reale? I nostri contenuti ci rispecchiano? Le parole sono un potente strumento valoriale da utilizzare con cura per generare benessere verso noi stessi e verso l’ecosistema che ci circonda. “Io sono Notizia – Comunicare nell’Era del Digitale per generare valore” vuole essere un prontuario pratico e applicabile nella nostra trasformazione in media autentici.
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