La scultura è l’unico ordine che io conosca,
in essa si fonda lo spirito della materia
in trasformazione verso la liberta’,
l’armonia e l’equilibrio…
€14.00
Il libro dell’artista Simona Bocchi riassume i punti di svolta dell’evoluzione dell’arte terapia con i propri ripensamenti, il rapporto fra genio e follia e il ruolo dell’artista con cenni storici e motivazioni che hanno portato all’evoluzione dello strumento di cura. Riflessioni su filosofi e artisti che hanno contribuito al valore e ruolo dell’arte sino agli arte-terapeuti e i vari metodi che hanno formato la conoscenza pratica di Simona. Le immagini raccontano e fanno emergere le trasformazioni interiori dei beneficiari, accompagnandoli a un rinnovamento personale attraverso il linguaggio creativo che libera dal torpore degli incantesimi delle nostre trappole di protezione. Il colore e le proprietà benefiche. Le icone inconsce di una vita che prende forma e si cristallizza senza che mai dia l’opportunità di comunicare cosa stia effettivamente accadendo dentro di noi per rendere visibili i propri vissuti inespressi. Il metodo creativo migliora il pensiero e le relazioni, immagini create dall’inconscio portano in superficie e mettono ordine e confini ai disordini interiori.
La scultura è l’unico ordine che io conosca,
in essa si fonda lo spirito della materia
in trasformazione verso la liberta’,
l’armonia e l’equilibrio…
ISBN | 9788832195439 |
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ANNO DI PUBBLICAZIONE | Prima Edizione Italiana Ottobre 2022 |
Genere | Saggistica |
Pagine | 88 pagine |
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Simona Bocchi, l’artista italiana con un’anima ribelle, ha chiuso il capitolo accademico a Carrara per intraprendere un’avventura straordinaria in India a trentadue anni. Da Verona a Udaipur, ha trasformato la sua vita in un decennio di follie creative, plasmando opere in juta, bronzo e marmo locale che narrano storie incise nella materia.
Abbandonate le fredde strade marmoree di Carrara, Simona ha affrontato un’India in transizione tra tradizioni secolari e influenze tecnologiche occidentali. La sua vita è diventata un palcoscenico vibrante di una cultura variegata, un mix di mondi antichi e moderni.
Simona ha assorbito gli insegnamenti di un mondo che svela la sua profonda natura esistenziale. Le sue opere d’arte, nate da un connubio di creatività e scoperta, rappresentano un viaggio unico. Promette un proseguo emozionante in future edizioni, narrando storie di una vita spesa tra tradizioni millenarie e promesse del futuro.
In una vera e propria performance l’artista Simona Bocchi si immerge in un viaggio esistenziale nel continente indiano durato stabilmente per più di un decennio e mai concluso per la sua assidua frequentazione.
Nella sua lunga permanenza in India, esplora i mutevoli paesaggi esteriori che plasmano il proprio paesaggio interiore. Attraverso l’attenzione consapevole, offre al lettore l‘opportunità di accompagnarla in un viaggio introspettivo straordinario, ovunque svuota le materie scultoree per riempirle di aria del proprio anelito di ricerca, tesse, cuce e ci scrive la trama di una vita all’insegna dello sconosciuto. Il suo vissuto è come una lunga meditazione nell’accettazione del qui ed ora, senza aspettative.
Per un temperamento dirompente e ribelle di una donna Occidentale, emancipata, in carriera ed autonoma è stata una dura prova il suo volontario e solitario immergersi in un paese governato da regimi di comportamento, caste e maschilismo in aperta contraddizione con il suo essere, ma questo scontro-incontro degli opposti mondi ha offerto una più ricca riflessione sui valori che ha portato ad una più profonda consapevolezza.
Domande di vita che trovano risposte solo attraverso la sincronia degli opposti.
“La Cannabis non va né osannata né demonizzata, va studiata e rispettata”
Già a partire dal sottotitolo, che racchiude in tre parole tutta l’assurdità di decenni di condanna e messa al bando della Cannabis, ci si rende conto che questo è un piccolo libro “necessario”.
Piccolo nelle dimensioni, ma non negli intenti; necessario perché affronta lucidamente tutti i pregiudizi morali e ideologici che ostacolano la coltivazione, la diffusione e l’uso della canapa, smontandoli a uno a uno con una narrazione che mescola abilmente la cronaca delle esperienze personali dell’autore con i fatti storici e scientifici; il tutto corredato da studi approfonditi e da una serie di dati statistici inoppugnabili e verificabili.
Con la sua prosa agile, senza fronzoli, ma sempre appassionata, Flavio Passi mette a nudo tutta l’ipocrisia e gli errori di valutazione sociali e politici che ancora oggi rendono molto complicato il libero uso della Cannabis a scopi ricreativi e terapeutici, lasciando che il suo commercio clandestino continui a foraggiare il mercato dello spaccio e tutta la rete criminale che ci gira intorno.
E soprattutto ce la presenta semplicemente per quello che è: una pianta officinale buona, utile e ingiustamente demonizzata.
Prefazione del Senatore Matteo Mantero.
Abitiamo nel mondo ma non sappiamo effettivamente come abitarci adeguatamente per vivere sereni. Lo spirito che consente di abitare il mondo è quello di porsi continuamente domande – rapiti dal mondo stesso. A tal scopo non è necessario essere filosofi illustri o filosofi di professione: ogni uomo possiede dei dubbi, dei crucci dai quali possono fiorire delle domande. La vita non ci munisce di un manuale per abitare il mondo e nel mondo ma la salvezza trapela dall’incontro umano, permettendo all’anima di intraprendere uno dei voli più belli della vita: quello di vivere. Il cammino dell’umano altro non è che, per l’appunto, divenire un essere umano; per umanità si intende la facilità di muoversi – in modo autentico – sulla superficie terrestre e godere delle “piccolezze” della vita, le quali altro non sono che il tesoro più grande e possente che possiamo desiderare.
In questo libro le memorie di un alcolista si fanno strada in un percorso di esperienze significative dall’inizio della dipendenza fino alla sua sconfitta passando per situazioni più o meno comuni nelle vite di chi si è ritrovato a bere alcolici fino alla perdita della decenza.
La storia si svolge in provincia di Varese ed è raccontata in prima persona da Federico che ci racconta alcune tappe della sua costante lotta contro l’alcol: la sua famiglia, le sue relazioni e i suoi amici sono i punti fondamentali di ogni capitolo dello scritto che accompagnano il protagonista in diversi eventi più o meno spiacevoli.
La terapia e il suo toccare il fondo lo aiuteranno nella consapevolezza di risolvere un problema che ha devastato la sua vita e l’ha fatto piombare nel baratro.
Un’amara riflessione sulle “opere ardite” che l’uomo riesce, col suo ingegno, a realizzare; come quel che fu il Ponte Morandi: opera futuristica per l’epoca in cui fu costruita. Cosa ha provocato il disastro? Quasi certamente l’incuria umana che non ha saputo “conservare” né “preservare” un gioiello di ingegneria così delicato.
Con una lirica a volte straziante l’autore si interroga sulle cause della tragedia come se fosse lì, sotto il ponte crollato, quel gioiello ormai ferito che urla dolore e sofferenza.
Dedicato a alle vittime del ponte, ai sopravvissuti e alla città di Genova.
Edizioni Effetto dona 2€ agli sfollati di Genova per ogni copia venduta
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PER L’ANNO 2021 LA CASA EDITRICE HA RICEVUTO DALLA REGIONE PIEMONTE CONTRIBUTI DE MINIMIS GIÀ PUBBLICATI SUL REGISTRO NAZIONALE AIUTI DI STATO
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paola quarti –
Davvero un’ottima lettura! Ben scritto e coinvolgente, uno spaccato della storia e delle potenzialità dell’arteterapia. La scrittura molto lineare lo rende perfetto anche per chi non è esperto della materia.
Consigliato.